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It forma normale e il fatto che le soluzioni siano razionali o irrazionali. Paolo afferma: eSe un equazione di secondo grado ha coefficienti razionali, allora certamente anche le soluzioni, se os. stono, sono razionali»; Barbara: «Paolo, tı star sbagliando! É vero soltanto il viceversa, ossia: se le soluzioni di unequa. zione di secondo grado sono razionali, allora 1 coefficienti devono essere razionali"; Marco: "Paolo e Barbara si stanno deil'equazione sono razionale soluzionı pure sono razionali, allora il discriminante deve essere un quadrato perfetto. Chi ha ragione e chi è in errore? Giustifica le risposte

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Feb 17,2025

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Answer

Paolo ha ragione: se un'equazione di secondo grado ha coefficienti razionali e le soluzioni sono razionali, allora il discriminante deve essere un quadrato perfetto. Barbara sbaglia perché coefficienti razionali non garantiscono necessariamente soluzioni razionali.

Solution

Analizziamo ciascuna affermazione. 1. • Affermazione di Paolo:   "Se un'equazione di secondo grado ha coefficienti razionali, allora certamente anche le soluzioni, se esistono, sono razionali."   Consideriamo l’equazione generica ax² + bx + c = 0, con a, b, c razionali. Le soluzioni si ottengono con la formula     x = (–b ± √(b² – 4ac)) / (2a).   Anche se a, b, c sono razionali, il discriminante Δ = b² – 4ac può non essere un quadrato perfetto, cioè √Δ può essere irrazionale. Per esempio, in     x² – 2x – 1 = 0,   abbiamo Δ = (–2)² – 4·1·(–1) = 4 + 4 = 8, e √8 non è razionale. Quindi le soluzioni saranno 1 ± √2, entrambe irrazionali.   Pertanto, Paolo sbaglia: avere coefficienti razionali non garantisce soluzioni razionali. 2. • Affermazione di Barbara:   "Se le soluzioni di un'equazione di secondo grado sono razionali, allora i coefficienti devono essere razionali."   Un ragionamento comune potrebbe essere il seguente: se x₁ e x₂ sono le radici (razionali) di un’equazione in forma normale, allora, per le formule di Vieta, la somma (x₁ + x₂) e il prodotto (x₁·x₂) sono razionali e, pertanto, nella forma x² – (x₁ + x₂)x + (x₁·x₂) = 0 i coefficienti sono razionali.   Tuttavia, l’errore sta nel non considerare che la stessa equazione può essere scritta in forma equivalente moltiplicando tutti i coefficienti per un numero non zero. Per esempio, se prendiamo x₁ = 2 e x₂ = 3 e scriviamo l’equazione in forma ridotta (monica) otteniamo     x² – 5x + 6 = 0  (con coefficienti razionali).   Ma se moltiplichiamo ogni termine per √2, otteniamo     √2·x² – 5√2·x + 6√2 = 0,   un’equazione equivalente che ha le stesse soluzioni (2 e 3), ma in cui i coefficienti sono irracionales.   Quindi, in assoluto, le radici razionali non garantiscono che i coefficienti, nella rappresentazione data dell'equazione (cioè nei valori specifici assunti da a, b, c), siano razionali.   Pertanto, Barbara è in errore. 3. • Affermazione di Marco:   "Se l'equazione è razionale (cioè i coefficienti sono razionali) e le soluzioni pure sono razionali, allora il discriminante deve essere un quadrato perfetto."   Se a, b e c sono razionali e le radici sono date da     x = (–b ± √(b² – 4ac)) / (2a),   perché x risulti razionale, il termine √(b² – 4ac) deve essere anch'esso razionale, il che accade se e solo se b² – 4ac è il quadrato di un numero razionale (ossia un quadrato perfetto nell'insieme dei razionali). Se ciò non fosse vero, √(b² – 4ac) sarebbe irrazionale e, di conseguenza, almeno una delle soluzioni risulterebbe irrazionale.   Pertanto Marco ha ragione. Riassumendo:   • Paolo è in errore, perché coefficienti razionali non garantiscono automaticamente soluzioni razionali.   • Barbara è in errore, in quanto è possibile avere equazioni (nella loro rappresentazione non normalizzata) con soluzioni razionali ma con coefficienti irracionales.   • Marco è corretto: se sia i coefficienti che le soluzioni sono razionali, allora il discriminante deve essere un quadrato perfetto.

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Beyond the Answer

Paolo commette un errore! La sua affermazione non tiene conto del fatto che anche con coefficienti razionali, le soluzioni possono risultare irrazionali. Infatti, se le soluzioni di un'equazione di secondo grado sono razionali, allora i coefficienti devono essere razionali, ma non il contrario. Barbara ha ragione nel sostenere questo, mentre Marco ha centrato il punto sul discriminante: se quest'ultimo è un quadrato perfetto, le soluzioni saranno razionali. Quindi le affermazioni di Barbara e Marco sono corrette: i coefficienti possono essere razionali e produrre soluzioni irrazionali, mentre il discriminante deve essere un quadrato perfetto per avere soluzioni razionali. Questo è un bel puzzle matematico che mostra quanto possano essere intricati i legami tra le varie parti di un'equazione!

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